Anche se adesso è considerato un classico dell'animazione nipponica, all'epoca della sua trasmissione (in Giappone) la prima serie di Lupin III non riscosse molti consensi, nonostante la presenza di grandi nomi (ma allora poco conosciuti) come Hayao Miyazaki ed Isao Takahata. Così dalla trasmissione dell'ultimo episodio, nel 1972, bisognerà attendere ben 5 anni prima di ritrovare in televisione (e al cinema, con il lungometraggio La pietra della saggezza) il simpatico ladro creato dal geniale mangaka Monkey Punch.
La prima vistosa differenza della nuova serie rispetto a quella del 1971/72 é nella giacca di Lupin, che da verde diventa rossa. Il tratto dei personaggi rimane abbastanza fedele a quello del manga originale, ma si differenzia notevolmente rispetto al predecessore di cinque anni prima. Inizialmente la nuova serie si mantiene in bilico tra l'approccio serioso del Lupin "in giacca verde" ed un nuovo tipo di narrazione, che alterna furti eseguiti con modalità palesemente assurde ad un umorismo sempre più sfrenato, che poi prenderà sempre più piede col procedere degli episodi, fino a diventare il marchio di fabbrica che rende il protagonista ed i suoi compagni tra gli eroi dell'animazione mondiale più amati in assoluto.
La squadra rimane la solita: il capobanda è Lupin III, erede naturale del famoso ladro francese, grande inventore, diabolico ideatore di piani criminali, simpatica canaglia innamorato delle donne e della bella vita. Al suo fianco troviamo l'abile tiratore Daisuke Jighen, infallibile con la sua Colt, e il samurai Ishikawa Goemon, discendente anch'egli da un'antica famiglia di ladri, in grado di tagliare qualunque materiale con la sua katana. Quarta protagonista, che non di rado ricopre anche il ruolo di antagonista, è Fujiko Mine: avida e bellissima, la ragazza non esita a sfruttare l'ascendente che ha su Lupin per imbrogliarlo ed impadronirsi del bottino, anche se in fondo probabilmente ricambia il suo amore. Nel passaggio tra la prima e la seconda serie, in Italia Fujiko è stata ribattezzata Margot, creando l'illusione che si trattasse di un altro personaggio (complice anche un character design molto diverso rispetto alla prima serie) e generando confusione negli spettatori.
Ai quattro amici si contrappone, con scarsa fortuna, l'inossidabile ispettore Zenigata, legato a Lupin da un rapporto di amore/odio e che nonostante una sfilza infinita di fallimenti non rinuncerà mai al sogno di arrestare e sbattere in una cella il famoso ladro...
Il ladro dalla faccia di scimmia [commento ai cofanetti 2 e 3]
Prosegue la serializzazione in dvd della seconda, mitica serie di Lupin III.
I due cofanetti coprono gli episodi dal 27 al 76, il giro di boa per la serie che ne conta in totale ben 155, trasmessi a più riprese sulle nostre reti televisive con immutato successo.
Nei vari episodi Lupin si trova ad avere a che fare con personaggi famosi (Alain Delon, i reali inglesi, Fantomas, Al Capone, Bonnie & Clyde...), a visitare i più bei paesi del mondo (Italia compresa) e a fronteggiare i loro corpi di polizia, oltre che ad avere alle costole il solito, instancabile ispettore Zenigata, che vive solo per inseguirlo (non dico catturarlo perchè le poche volte che ci riesce sembra essere il primo a dispiacersene), avvalendosi dell'aiuto di comprimari come la sexy-poliziotta Melon. Ma c'è spazio anche per i compagni di Lupin: Jighen trova l'amore (più di una volta, tra l'altro) ma ne rimane scottato, Goemon deve farsi carico dell'eredità dei suoi antenati mentre Margot (Fujiko) come al solito si atteggia da alleata o avversaria, a seconda delle circostanze.
Le trame alternano con sapienza e fantasia tematiche avventurose, comiche, fantastiche o poliziesche, con qualche concessione anche all'horror (ed alcuni episodi sono davvero inquietanti, almeno agli occhi di un bambino), anche se inevitabilmente non tutti gli episodi garantiscono la stessa qualità, sia a livello di trama che di animazioni. Non manca anche qualche elemento malizioso, dato che spesso Lupin si trova ad avere a che fare con le grazie non solo della prorompente Margot, ma di molte altre belle (e spesso discinte) fanciulle, scene fortunatamente ripristinate rispetto alla versione televisiva.
Questa edizione ad opera di Dolmen e Yamato risulta davvero imperdibile per ogni appassionato del famoso ladro!
Consacrazione di un eroe [commento al cofanetto 5]
Continuano le divertenti avventure del nipote del ladro più famoso del mondo, seguendo archetipi ormai consolidati e universalmente apprezzati. Questa seconda serie è la più lunga tra le tre che hanno visto Lupin III come protagonista, ed è quella che ha delineato in maniera definitiva le caratteristiche del personaggio e dei suoi amici.
Lupin è un ladro e un simpatico mascalzone, ma raramente lo vediamo protagonista di gesta negative. Nella storica sigla, Castellina Pasi canta "Ruba i soldi solo a chi ce ne ha di più, per darli a chi non ne ha", il che a dire il vero non succede quasi mai. Perché Lupin è capriccioso e aiuta solo chi gli sta simpatico: non è raro vederlo rifilare dei tiri mancini a bambini, donne o anziani. Ma la maggior parte dei suoi avversari sono ricchi, antipatici e spesso criminali, per cui allo spettatore risulta impossibile non parteggiare per il ladro dalla faccia di scimmia.
Il punto debole di Lupin sono sempre le donne, a partire dall'amata Fujiko (Margot). Nel corso della serie la ragazza si rende protagonista di subdoli inganni e smaccati tradimenti, finendo sempre per mettere il protagonista nei guai e magari riuscendo anche a scappare col bottino, a fine episodio. Ma l'amore della ragazza per Lupin è evidente ogni qualvolta si trovi in difficoltà: la fiducia che nutre in lui è totale e sintomatica di un legame che non viene minimamente intaccato dalle frequenti conflittualità.
Nella prima serie Fujiko è contesa anche da Goemon, che però nella seconda perde quell'aspetto competitivo e brutale che ne aveva fatto uno dei rivali più pericolosi di Lupin. Lui e Jighen sono ora compagni fidati e assolutamente leali, e raramente mettono in discussione le decisioni del loro amico. Goemon, in particolare, segue ormai la via della virtù guerriera propria dei samurai, e ha perfezionato un'incredibile tecnica di spada che gli permette di tagliare qualunque materiale. Non per questo rinuncia a saltuarie divagazioni, se qualcuno in difficoltà si rivolge a lui per un aiuto.
Di Jighen scopriamo il segreto della mira infallibile, ottenuta grazie al suo prezioso cappello, sempre calato in testa: ma si svela anche che, nonostante l'apparente misoginia, in realtà nelle sue varie avventure in giro per il mondo, il nostro pistolero ha seminato diversi cuori infranti, e molte compagne di un tempo ancora pensano a lui con nostalgia e rimpianto.
Sempre il solito, invece, il povero ispettore Zenigata, che spende la vita a cercare di arrestare Lupin solo per vederselo sfuggire da sotto il naso con gli stratagemmi più incredibili. Senza dimenticare che, in realtà, lui stesso è il primo a dispiacersi le poche volte che riesce ad acciuffarlo.
Le trame sono sempre orientate sull'avventura e l'azione: i furti di Lupin avvengono secondo modalità fantasiose e spettacolari, ma per nulla realistiche. Inoltre non mancano frequenti sconfinamenti nel mondo del fantastico vero e proprio, con viaggi nello spazio o nel tempo, scontri con creature fantastiche come zombie, vampiri, il mostro di Frankestein...
Una varietà tale di situazioni e personaggi da garantire sempre una buona freschezza narrativa e un'inventiva che, unita al carisma dei protagonisti, ha reso questa serie un classico senza tempo.
Il ritorno di Miyazaki [commento al cofanetto 6]
Nel 1980, dopo tre anni di successi, la seconda serie di Lupin volgeva al termine. Per chiudere in bellezza i produttori pensarono di affidare due degli ultimi episodi (il 145 e il 155, che conclude la serie) ad Hayao Miyazaki, che l'anno prima aveva diretto il bellissimo film di Lupin Il castello di Cagliostro, ma che aveva partecipato anche alla realizzazione della prima serie dedicata al celebre ladro, quella del "Lupin dalla giacca verde", datata 1971.
Il tratto del grande regista nipponico è immediatamente riconoscibile, così come le tematiche a lui care. Vi è da sempre una certa discordanza di pareri tra chi apprezza il Lupin tratteggiato da Miyazaki, simpatica canaglia ma assolutamente positivo e leale, e quello originale ideato da Monkey Punch, più duro e spietato, che appare nei primi episodi della serie del 1971. In ogni caso è innegabile la bellezza delle animazioni, così come le emozioni che i due episodi sono in grado di regalare.
L'episodio 145, "Albatross le ali della morte", vede Lupin e i suoi amici impegnati contro il folle dottor Lonebach. Questi ha inventato delle mini-bombe atomiche e conta di arricchirsi vendendole. Fujiko\Margot gli ruba però un innesto e prima di venire catturata dagli sgherri del cattivo riesce a passarlo a Lupin, che viene così chiamato in causa sia per salvare la sua amata, che per sabotare i piani di Lonebach. Immancabile anche la presenza del solito Zenigata, coinvolto suo malgrado mentre cerca di catturare la sua eterna nemesi.
La puntata è davvero divertente: il ritmo è molto sostenuto, gli inseguimenti e le gag sono degne del miglior Miyazaki. Lonebach è un appassionato di vecchi aerei, come il regista, e nel corso dell'episodio possiamo ammirare diversi apparecchi storici. L'intera sequenza finale è composta da un inseguimento aereo, in cui il cattivo fugge su un gigantesco apparecchio che ricorda non poco quelli visti in "Conan, il ragazzo del futuro". Inoltre ci viene presentata una Fujiko davvero inedita, quasi completamente nuda per tutto l'episodio ma non per questo meno combattiva.
Il secondo episodio diretto da Miyazaki é anche l'ultimo della serie, il 155, intitolato "I ladri amano la pace". Rispetto al precedente le tematiche sono più serie. Maki è la figlia di uno scienziato che ha inventato un incredibile robot, ma che è stato ucciso dalla multinazionale che lo aveva commissionato per fini bellici. Convinta da Lupin, Maki usa il robot per portare il caos a Tokyo, causando addirittura l'intervento dell'esercito. In realtà il Lupin complice di Maki è un impostore, che mira solo al proprio profitto personale, in accordo proprio con il boss della multinazionale di cui sopra. Ma può il vero Lupin lasciare accadere tutto questo senza intervenire?
L'episodio è davvero particolare: in pratica i Lupin, Jighen e Goemon che vediamo dall'inizio non sono quelli veri (ma ci sono molti indizi per capirlo), e gli originali entrano in azione solo alla fine, con tanto di colpo di scena.
Anche in questo caso non mancano rimandi all'opera di Miyazaki: la co-protagonista dell'episodio, Taki, sembra il prototipo della futura Nausicaa, mentre i robot protagonisti li ritroveremo quasi identici in Laputa.
Indimenticabile infine la sequenza conclusiva, in cui Lupin, Jighen e Goemon, stipati sulla classica 500 (la Mercedes era andata distrutta nel precedente episodio diretto da Miyazaki) giocano a rincorrersi con la bella Fujiko, che cavalca una rombante motocicletta. Ed insieme scompaiono in un tramonto mozzafiato, sulle note della bellissima "Superhero" del grandissimo Yuji Ohno.
Prosegue la serializzazione in dvd della seconda, mitica serie di Lupin III.
I due cofanetti coprono gli episodi dal 27 al 76, il giro di boa per la serie che ne conta in totale ben 155, trasmessi a più riprese sulle nostre reti televisive con immutato successo.
Nei vari episodi Lupin si trova ad avere a che fare con personaggi famosi (Alain Delon, i reali inglesi, Fantomas, Al Capone, Bonnie & Clyde...), a visitare i più bei paesi del mondo (Italia compresa) e a fronteggiare i loro corpi di polizia, oltre che ad avere alle costole il solito, instancabile ispettore Zenigata, che vive solo per inseguirlo (non dico catturarlo perchè le poche volte che ci riesce sembra essere il primo a dispiacersene), avvalendosi dell'aiuto di comprimari come la sexy-poliziotta Melon. Ma c'è spazio anche per i compagni di Lupin: Jighen trova l'amore (più di una volta, tra l'altro) ma ne rimane scottato, Goemon deve farsi carico dell'eredità dei suoi antenati mentre Margot (Fujiko) come al solito si atteggia da alleata o avversaria, a seconda delle circostanze.
Le trame alternano con sapienza e fantasia tematiche avventurose, comiche, fantastiche o poliziesche, con qualche concessione anche all'horror (ed alcuni episodi sono davvero inquietanti, almeno agli occhi di un bambino), anche se inevitabilmente non tutti gli episodi garantiscono la stessa qualità, sia a livello di trama che di animazioni. Non manca anche qualche elemento malizioso, dato che spesso Lupin si trova ad avere a che fare con le grazie non solo della prorompente Margot, ma di molte altre belle (e spesso discinte) fanciulle, scene fortunatamente ripristinate rispetto alla versione televisiva.
Questa edizione ad opera di Dolmen e Yamato risulta davvero imperdibile per ogni appassionato del famoso ladro!
Consacrazione di un eroe [commento al cofanetto 5]
Continuano le divertenti avventure del nipote del ladro più famoso del mondo, seguendo archetipi ormai consolidati e universalmente apprezzati. Questa seconda serie è la più lunga tra le tre che hanno visto Lupin III come protagonista, ed è quella che ha delineato in maniera definitiva le caratteristiche del personaggio e dei suoi amici.
Lupin è un ladro e un simpatico mascalzone, ma raramente lo vediamo protagonista di gesta negative. Nella storica sigla, Castellina Pasi canta "Ruba i soldi solo a chi ce ne ha di più, per darli a chi non ne ha", il che a dire il vero non succede quasi mai. Perché Lupin è capriccioso e aiuta solo chi gli sta simpatico: non è raro vederlo rifilare dei tiri mancini a bambini, donne o anziani. Ma la maggior parte dei suoi avversari sono ricchi, antipatici e spesso criminali, per cui allo spettatore risulta impossibile non parteggiare per il ladro dalla faccia di scimmia.
Il punto debole di Lupin sono sempre le donne, a partire dall'amata Fujiko (Margot). Nel corso della serie la ragazza si rende protagonista di subdoli inganni e smaccati tradimenti, finendo sempre per mettere il protagonista nei guai e magari riuscendo anche a scappare col bottino, a fine episodio. Ma l'amore della ragazza per Lupin è evidente ogni qualvolta si trovi in difficoltà: la fiducia che nutre in lui è totale e sintomatica di un legame che non viene minimamente intaccato dalle frequenti conflittualità.
Nella prima serie Fujiko è contesa anche da Goemon, che però nella seconda perde quell'aspetto competitivo e brutale che ne aveva fatto uno dei rivali più pericolosi di Lupin. Lui e Jighen sono ora compagni fidati e assolutamente leali, e raramente mettono in discussione le decisioni del loro amico. Goemon, in particolare, segue ormai la via della virtù guerriera propria dei samurai, e ha perfezionato un'incredibile tecnica di spada che gli permette di tagliare qualunque materiale. Non per questo rinuncia a saltuarie divagazioni, se qualcuno in difficoltà si rivolge a lui per un aiuto.
Di Jighen scopriamo il segreto della mira infallibile, ottenuta grazie al suo prezioso cappello, sempre calato in testa: ma si svela anche che, nonostante l'apparente misoginia, in realtà nelle sue varie avventure in giro per il mondo, il nostro pistolero ha seminato diversi cuori infranti, e molte compagne di un tempo ancora pensano a lui con nostalgia e rimpianto.
Sempre il solito, invece, il povero ispettore Zenigata, che spende la vita a cercare di arrestare Lupin solo per vederselo sfuggire da sotto il naso con gli stratagemmi più incredibili. Senza dimenticare che, in realtà, lui stesso è il primo a dispiacersi le poche volte che riesce ad acciuffarlo.
Le trame sono sempre orientate sull'avventura e l'azione: i furti di Lupin avvengono secondo modalità fantasiose e spettacolari, ma per nulla realistiche. Inoltre non mancano frequenti sconfinamenti nel mondo del fantastico vero e proprio, con viaggi nello spazio o nel tempo, scontri con creature fantastiche come zombie, vampiri, il mostro di Frankestein...
Una varietà tale di situazioni e personaggi da garantire sempre una buona freschezza narrativa e un'inventiva che, unita al carisma dei protagonisti, ha reso questa serie un classico senza tempo.
Nel 1980, dopo tre anni di successi, la seconda serie di Lupin volgeva al termine. Per chiudere in bellezza i produttori pensarono di affidare due degli ultimi episodi (il 145 e il 155, che conclude la serie) ad Hayao Miyazaki, che l'anno prima aveva diretto il bellissimo film di Lupin Il castello di Cagliostro, ma che aveva partecipato anche alla realizzazione della prima serie dedicata al celebre ladro, quella del "Lupin dalla giacca verde", datata 1971.
Il tratto del grande regista nipponico è immediatamente riconoscibile, così come le tematiche a lui care. Vi è da sempre una certa discordanza di pareri tra chi apprezza il Lupin tratteggiato da Miyazaki, simpatica canaglia ma assolutamente positivo e leale, e quello originale ideato da Monkey Punch, più duro e spietato, che appare nei primi episodi della serie del 1971. In ogni caso è innegabile la bellezza delle animazioni, così come le emozioni che i due episodi sono in grado di regalare.
L'episodio 145, "Albatross le ali della morte", vede Lupin e i suoi amici impegnati contro il folle dottor Lonebach. Questi ha inventato delle mini-bombe atomiche e conta di arricchirsi vendendole. Fujiko\Margot gli ruba però un innesto e prima di venire catturata dagli sgherri del cattivo riesce a passarlo a Lupin, che viene così chiamato in causa sia per salvare la sua amata, che per sabotare i piani di Lonebach. Immancabile anche la presenza del solito Zenigata, coinvolto suo malgrado mentre cerca di catturare la sua eterna nemesi.
La puntata è davvero divertente: il ritmo è molto sostenuto, gli inseguimenti e le gag sono degne del miglior Miyazaki. Lonebach è un appassionato di vecchi aerei, come il regista, e nel corso dell'episodio possiamo ammirare diversi apparecchi storici. L'intera sequenza finale è composta da un inseguimento aereo, in cui il cattivo fugge su un gigantesco apparecchio che ricorda non poco quelli visti in "Conan, il ragazzo del futuro". Inoltre ci viene presentata una Fujiko davvero inedita, quasi completamente nuda per tutto l'episodio ma non per questo meno combattiva.
Il secondo episodio diretto da Miyazaki é anche l'ultimo della serie, il 155, intitolato "I ladri amano la pace". Rispetto al precedente le tematiche sono più serie. Maki è la figlia di uno scienziato che ha inventato un incredibile robot, ma che è stato ucciso dalla multinazionale che lo aveva commissionato per fini bellici. Convinta da Lupin, Maki usa il robot per portare il caos a Tokyo, causando addirittura l'intervento dell'esercito. In realtà il Lupin complice di Maki è un impostore, che mira solo al proprio profitto personale, in accordo proprio con il boss della multinazionale di cui sopra. Ma può il vero Lupin lasciare accadere tutto questo senza intervenire?
L'episodio è davvero particolare: in pratica i Lupin, Jighen e Goemon che vediamo dall'inizio non sono quelli veri (ma ci sono molti indizi per capirlo), e gli originali entrano in azione solo alla fine, con tanto di colpo di scena.
Anche in questo caso non mancano rimandi all'opera di Miyazaki: la co-protagonista dell'episodio, Taki, sembra il prototipo della futura Nausicaa, mentre i robot protagonisti li ritroveremo quasi identici in Laputa.
Indimenticabile infine la sequenza conclusiva, in cui Lupin, Jighen e Goemon, stipati sulla classica 500 (la Mercedes era andata distrutta nel precedente episodio diretto da Miyazaki) giocano a rincorrersi con la bella Fujiko, che cavalca una rombante motocicletta. Ed insieme scompaiono in un tramonto mozzafiato, sulle note della bellissima "Superhero" del grandissimo Yuji Ohno.
La colonna sonora
E' d'obbligo un accenno alla magnifica ed indimenticabile colonna sonora di Yuji Ohno, un compositore che si produceva da sé i dischi e suonava le tastiere in un gruppo chiamato You & The Explosion Band. Dalla seconda serie in poi diventa il compositore principale di Lupin. Ohno è prolifico e non limitato da generi e stili: si trova a suo agio con la musica tradizionale, la classica, la francese, il flamenco, il samba e naturalmente il jazz, vero e proprio marchio di fabbrica del nostro ladro. Caratteristica di Ohno è l'estrema cura delle esecuzioni per le quali utilizza tantissimi strumenti. Suoi i brani più famosi e riconoscibili da tutti (anche dai semplici spettatori non particolarmente interessati), come "Lovin' You Lucky", "Superhero", "Manhattan Joke", il famoso tema nelle varie versioni del 1979, 1980, ecc., la bellissima "Honoo No Takaramono" da Il castello di Cagliostro. Tra i compositori Ohno è certamente quello che ha la parte maggiore nel successo di Lupin.
[tratto da Wikipedia]
La versione della serie qui presentata è quella originale, senza le censure operate in televisione e con ripristinate le sigle giapponesi ed italiane dell'epoca, compreso il siparietto d'intermezzo degli episodi. Rispetto all'edizione a disco singolo sono dunque presenti anche le sigle italiane originali (il famoso liscio di Castellina Pasi) e la traccia giapponese, due aggiunte che ci spingono a consigliare senza riserva questa edizione in cofanetto di Dolmen a tutti gli appassionati di Lupin III.
Scheda DVD
Titolo Originale: Rupin Sansei
Giappone 1977, 155 episodi
Produzione: Tokyo Movie Shinsha.
Distribuzione: Dolmen / Yamato Video
[La serie venne originariamente proposta in 6 box dvd e successivamente raccolta in un unico box, identificato come Edizione Deluxe]
Caratteristiche tecniche
Formato video: 4/3
Formato audio: italiano e giapponese Dolby Digital 1.0
Sottotitoli: italiano
Contenuti speciali
- Schede personaggi
- Gallery
- Sigle originali
- Trailer Yamato Video
Questa edizione integrale farà la felicità degli appassionati. Il cofanetto cartonato contiene un raccoglitore in plastica, riccamente illustrato e somigliante a quello della prima serie, nel quale sono contenuti 5 dvd.
La qualità video è discreta, considerando l'età del prodotto, ed i colori ancora molto vividi; inoltre in questa versione alla traccia italiana si aggiunge quella giapponese originale, con tanto di sottotitoli.
Scarsini gli extra, con alcune gallery di immagini e la doppia versione (apertura e chiusura) della storica sigla cantata da Castellina Pasi, tra l'altro presente già ad una normale visione, anche se con nuovi titoli.
il 21 gennaio 2008, il 27 marzo 2008 e 8 marzo 2009
Albatros le ali della morte è un gioiellino.
RispondiEliminaPurtroppo però, nonostante sia mitica, questa serie mi piace per davvero solo a fasi alterne, perché preferisco di gran lunga il Lupin della prima serie.
Certo, con questa (e la terza) ci sono letteralmente cresciuto, ci sono episodi incredibili (tipo quello con Lady Oscar) e penso che i primi due siano fantastici... insomma, dopotutto ha consacrato Lupin per quel che è nell'immaginario comune (non a caso il tenore di questa serie è lo stesso della maggiorparte dei film)
Moz-