Salve a tutti, spero stiate passando una buona estate. Da genovese questo agosto 2018 rimarrà per sempre legato alla tragedia del ponte Morandi, accaduta in un momento in cui ero fuori città, ma sul quale ero transitato appena il giorno prima mentre partivo per le ferie, un pensiero che ancora oggi mi mette i brividi.
Ma questo non è un blog dove parlare di cose serie, veniamo dunque a trattare di Switched, telefilm giapponese da poco uscito su Netflix. Come capita sempre più spesso, ho cominciato la visione senza sapere nulla del prodotto in questione, attirato dal trailer e dall'abbozzo di trama: in breve lo scambio di corpo tra due ragazze, l'idolo della classe con la bruttona. Da un simile antefatto ci si aspetterebbe una commedia, invece il trailer faceva presagire un approccio decisamente più drammatico e adulto, ragion per cui ho deciso di cominciare la visione di Switched.
La storia vede protagoniste da un lato la bella Ayumi Kohinata (Kaya Kiyohara), con un carattere dolce e gentile, amata da tutti in classe e in particolare dai due amici d'infanzia, Shunpei Kaga (Daiki Shigeoka) e Koshiro Mizumoto (Tomohiro Kamiyama), che le si è appena dichiarato. Dall'altra parte abbiamo Zenko Umine (Miu Tomita), grassoccia, bruttina e dal carattere schivo e solitario, segretamente infatuata di Koshiro, l'unico ad essersi mai mostrato gentile con lei; il fidanzamento tra Koshiro e Ayumi la fa cadere in uno stato di prostrazione tale da farle decidere mettere in gioco la vita in un rito che le permetterà di scambiare il corpo con quello della rivale.
Lo scambio ha successo e Zenko, nei panni di Ayumi, si trova finalmente fidanzata con il ragazzo dei suoi sogni e al centro delle attenzioni dei compagni. All'opposto Ayumi non solo non riesce a capacitarsi di essere diventata Zenko, ma ora deve affrontare la vita nei panni di qualcuno che viene deriso e bullizzato dalla gente e che non ha nemmeno un buon rapporto con i genitori, a differenza del suo precedente, idilliaco quadretto familiare.
Dicevo all'inizio che una storia del genere si penserebbe adatta per un approccio leggero, invece Switched non vuole far ridere e non regala molti momenti allegri nel corso dei suoi 6 episodi. Purtroppo, contrariamente alla mie aspettative neppure il lato drammatico della vicenda viene particolarmente approfondito: la storia presenta l'evoluzione delle due protagoniste una nei panni dell'altra e potenzialmente è anche molto interessante. Ayumi nel corpo di Zenko rimane comunque la persona buone e gentile che era in precedenza, dimostrando a se stessa e agli altri che anche chi non è un modello (a proposito, pollice in giù per il casting che probabilmente per far risaltare la "bruttezza" di Zenko ha arruolato delle comprimarie bellissime, al punto che perfino la "bella" Ayumi non sembra poi tale rispetto alle sue compagne) può avere molti lati apprezzabili. Allo stesso tempo Zenko, pur nel corpo di Ayumi, rimane la ragazza ombrosa e solitaria che era in precedenza e nonostante il nuovo fisico finisce per rimanere isolata, mentre la sua rivale diventa sempre più popolare a discapito dell'aspetto. Un'evoluzione che ho trovato molto credibile e interessante, non risultasse un aspetto secondario rispetto al vero cuore dell'opera.
Si perché in realtà Switched è fondamentalmente una storia romantica con elementi creepy e l'aspetto amoroso prende il sopravvento molto presto, relegando tutte le altre tematiche e situazioni sullo sfondo. Quello a cui il telefilm dà maggiore importanza non è dunque lo scambio di corpo e la maturazione delle due ragazze, che trovandosi una nei panni dell'altra vedono le cose sotto un nuovo punto di vista, avviando un processo di crescita e consapevolezza. Quello che importa agli sceneggiatori è il risvolto romantico della storia. A pochissime ore dallo scambio sia Shunpei che Koshiro intuiscono che l'amata Ayumi è ora nel corpo di Zenko, nonostante l'assurdità della premessa: i due reagiscono in maniera differente alla situazione, ma danno comunque il massimo per soccorrere ad aiutare l'amata e tutto ruoterà intorno a questo trio di personaggi, in cui la vera Zenko entra a fatica. Inoltre il mistero del cambio di corpo e del rito che lo propizia rimane tale soltanto per il primo episodio: già dal secondo si scopre che le "istruzioni" si trovano persino in rete e che esiste addirittura un'organizzazione che si prende cura degli scambiati, tanto sono frequenti. Insomma, lo scambio di corpo diventa una farsa e le vicende, apparentemente incentrate sui tentativi dei protagonisti per far tornare le ragazze nel proprio corpo originale, in realtà si concentrano sulla difficile scelta di Ayumi (quella vera). Chi merita il suo amore? Lo sbarazzino, romantico Shunpei o il serio e intelligente Koshiro?
Tratto dal manga "Sora wo Kakeru Yodaka" di Shiki Kawabata, pubblicato nel 2014 ma inedito in Italia, Switched è tutto sommato un dorama discretamente godibile che per quanto mi riguarda ha il torto di lasciare le tematiche più interessanti sullo sfondo per dare risalto ad una storia d'amore piuttosto stucchevole, con la protagonista che deve decidere chi scegliere tra i due amici d'infanzia belli e puri, al punto da amarla ancora anche quando il suo aspetto viene stravolto. Per questa ragione parte forte ma finisce col rallentare sempre più, trasformando lo scambio di corpi in un'operazione quasi banale, da dramma sconvolgente quale era all'inizio. Per fortuna la breve durata, 6 episodi con timing tutti diversi, dai 33 ai 45 minuti (non ho idea del perché), permette di completare la visione prima che il tutto diventi troppo indigesto.
Un plauso infine per alcuni interpreti, Daiki Shigeoka davvero a suo agio nei panni del simpatico Kaga, ma soprattutto Miu Tomita, bravissima sia nei panni dell'ombrosa Zenko che in quelli della piagnona Ayumi. Tomohiro Kamiyama è invece il solito pesce lesso mono espressivo, mentre in Kaya Kiyohara ho ravvisato somiglianze con la Chiaki Kuriyama del primo Kill Bill.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il tuo commento: lo stesso diventerà visibile solo dopo un controllo da parte del titolare del blog. Grazie per la comprensione.