martedì 23 maggio 2017

Alien: Covenant - Considerazioni di un non-fan della saga

E' ormai passato un po' di tempo dall'uscita al cinema dell'ultima fatica di Ridley Scott, Alien Covenant quindi penso di potervene ormai parlare liberamente, senza pericolo di SPOILER: ovviamente se ancora non siete andati al cinema evitate di procedere nella lettura.



Piccola premessa: conosco ovviamente la saga di Alien, ma non ne sono un appassionato, quindi nel mio pezzo non c'è alcun tipo di "delusione del fan perché il nuovo film della saga non rispecchia le sue aspettative". Non avevo aspettative, il precedente Prometheus l'avevo trovato visivamente suggestivo, per regia e scenari, ma con una storia confusa e diversi momenti davvero stupidi che mi avevano urtato parecchio.
In questo Covenant ho ritrovato un numero maggiore di situazioni stupide e per nulla credibili che mi hanno rovinato completamente immersione e coinvolgimento, al di là delle varie contraddizioni già segnalate dai fan e che personalmente non mi hanno creato problemi. Va bene, è un film di fantascienza, ma è pieno di persone e situazioni del tutto forzate e irreali.

Felici e sorridenti di aver pescato tutti la pagliuzza corta

Un'astronave viaggia per anni nello spazio, col suo carico di migliaia di essere umani e feti in sonno criogenico: lo scopo è colonizzare un pianeta lontano. La nave viene manovrata dall'I.A. e coadiuvata dall'androide Walter ma in caso di imprevisti è possibile risvegliare l'equipaggio, perchè certe situazioni può risolverle solo un essere umano. In teoria.
L'incidente capita e l'equipaggio viene risvegliato, ci si aspetta che siano dei seri professionisti addestrati ad affrontare le emergenze, invece sono tutti un mix di dilettanti e sciocchini, del tutto incapaci di controllare le proprie emozioni, figurarsi a gestire una crisi. Dopo il risveglio nonostante siano alla guida di una missione di colonizzazione e responsabili della vita di migliaia di persone decidono di cambiare programma e dirigersi verso un pianeta più vicino di quello designato (mancano ancora 7 anni per raggiungerlo, l'altro è a poche ore di distanza) e di scendere ad esplorarlo. La ragione? Fondamentalmente "A nessuno di noi va di riprendere il sonno criogenico". E faccio presente che non c'è alcuna emergenza stringente e che volendo i 7 anni potevano trascorrerli anche da svegli, dato che i personaggi sono tutti accoppiati e spazi per spassarsela in intimità ce ne sono, come vedremo a fondo articolo.
Una volta arrivati sul pianeta appena scoperto non eseguono alcun tipo di esplorazione preventiva dall'atmosfera prima di atterrare (infatti gli sfugge perfino una città aliena): la nave madre resta in orbita con tre persone alla guida, il resto del gruppo scende a terra, in un pianeta del tutto sconosciuto, dall'atmosfera opprimente e innaturalmente privo di vita animale, ed ovviamente si divide. Il pilota resta da sola presso la navetta, una biologa ed un soldato vanno in giro a raccogliere esemplari di flora, il resto del gruppo si mette alla ricerca dell'origine di un misterioso segnale radio. Non esiste alcun protocollo di sicurezza e non viene adottata nessun tipo di precauzione, nessuno indossa maschere, a nessuno viene detto di non toccare nulla o di prestare attenzione. Così il pilota si espone mettendosi ad armeggiare all'esterno con la radio mentre la biologa rimane sola perché il soldato non riesce a resistere dal farsi una fumatina in privato. Nel frattempo il gruppo scopre che il segnale proviene da un'astronave aliena precipitata qualche tempo prima ed ovviamente entrano, toccano, fanno di tutto.
Stranamente alcuni membri dell'equipaggio rimangono ben presto contaminati, dopo una breve gestazione i soliti mostri alieni li sventrano ed escono dal loro corpo. Ovviamente sono esseri immediatamente aggressivi e letali, che attaccano ogni cosa si pari loro davanti, mentre gli umani sono così terrorizzati dall'inaspettato (SIC) contatto alieno da agire in maniera del tutto irrazionale e quasi comica, al punto da far saltare accidentalmente in aria la propria navicella spaziale e rimanere inerti, in campo aperto, a farsi falciare dalla velocissima creatura.


Vengono salvati da un androide gemello di Walter, David (si, quello di Prometheus), che li guida presso una oscura città aliena, ricolma di cadaveri. Lì saranno al sicuro, dice loro, e tutti gli credono: Walter sospetta ma giustamente non pensa sia il caso di mettere in guardia nessuno. Braccati da una letale creatura aliena, all'interno di una città morta, senza essersi chiusi alle spalle né porte né altro che possa tenere fuori il mostro, i superstiti decidono giustamente di starsene di quello che l'androide dice loro, di separarsi, di andarsi a fare il bagno o di armeggiare con la radio. Nessuno fa la guardia, nessuno interroga approfonditamente David che si allontana indisturbato dopo poche, insoddisfacenti spiegazioni. In realtà potrebbero essere contaminati loro stessi senza saperlo, ma tutti indistintamente pensano che l'idea migliore sia tornare alla nave madre piena di migliaia di persone in sonno criogenico e quindi del tutto indifese: d'altronde nello spazio ci mandi tizi qualunque, mica degli eroi. 
Mentre succede tutto questo, a bordo della nave madre, di fronte a frammentarie informazioni sui loro compagni contaminati e poi uccisi, ai tre membri rimasti la cosa migliore sembra quella di avvicinarsi più possibile al pianeta, a costo di mettere a repentaglio la tenuta dell'astronave, per cercare di recuperarli.  

Come non fidarsi di un tizio che abita in un luogo simile?

A sorpresa l'alieno li raggiunge e l'androide si rivela pazzo: altra gente che va in giro da sola rimane uccisa, pochi superstiti riescono a fuggire per il rotto della cuffia con un trasporto d'emergenza, ma nonostante la terribile esperienza appena passata una volta a bordo a nessuno di loro passa per la testa che forse è il caso di tenere d'occhio quel compagno che non si sente tanto bene. Insomma, alieno a bordo ma il film è quasi finito quindi occorre eliminare in fretta gli ultimi superstiti (due tizi che a poche ore dalla strage dei compagni stanno facendo allegramente sesso sotto la doccia, dimentichi di tutti i segnali d'allarme che suonano all'impazzata), far fare alla simil Ripley la solita cosa (decompressione!) e chiudere tutto con un colpo di scena così telefonato che il colpo di scena ci sarebbe stato se non si fosse verificata quella cosa che tutti in sala immaginavano.


Mi sono dilungato fin troppo, chiedo perdono. Alla fine il film narra di un gruppo di ritardati mentali mandati a colonizzare un mondo alieno, probabilmente per liberarsi di loro: in quanto tali sbagliano strada e si fanno ammazzare. Dispiace solo che qualcuno sopravviva e che l'alieno non sia riuscito ad eliminare tutti quei dementi non depone certo a suo favore, non ci sono più gli Alien di una volta...

Alien Covenant non è certo il film più brutto del mondo, l'atmosfera è rimasta simile a quella di Prometheus se vi è piaciuta, regia e cast mi sembrano fare un buon lavoro, ma per quanto mi riguarda la pigrizia delle sceneggiatura, che forza in continuazione le situazioni invece che ragionarci un minimo per renderle plausibili (tipo rendere l'approccio al pianeta sconosciuto non una scelta arbitraria dell'equipaggio, ma una necessità per un danno strutturale alla nave, il che avrebbe giustificato anche il non poter adottare misure precauzionali nell'esplorazione) mi ha reso la visione fastidiosa, se non irritante. Tra l'altro il film non trasmette né paura né un minimo di inquietudine, che poi sono le ragioni per cui avevo pagato i soldi del biglietto...

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo commento: lo stesso diventerà visibile solo dopo un controllo da parte del titolare del blog. Grazie per la comprensione.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...