venerdì 11 gennaio 2019

Final Fantasy XV, ovvero un colpo al cuore: i giapponesi non possono più fare videogiochi ambiziosi?


Nel 2016 usciva Final Fantasy XV e personalmente ne valutai seriamente l'acquisto. Non giocavo ad un FF dal capitolo X-2 e sentivo la voglia di ritornare a vivere una delle saghe che avevano caratterizzato i miei lontani anni da videogiocatore incallito. Però la presenza di quei quattro fighetti come protagonisti mi trattenne dal preordinare il titolo (all'epoca ancora preordinavo i giochi per risparmiare qualcosa, adesso basta aspettare un paio di settimane dal lancio per vederli scendere di prezzo) e le critiche distruttive che ne accompagnarono il lancio mi convinsero che forse non valeva la pena spenderci sopra i miei sudati euro. Passa il tempo, leggo distrattamente qualche news sul gioco, sui problemi avuti in fase di sviluppo, su correzioni e dlc, ma non lo prendo mai seriamente in considerazione fino all'estate del 2018, quando Mediaworld fa una promozione irresistibile: 3 giochi a 10 euro. Nella lista dei titoli disponibili c'è anche FFXV, ovviamente versione base, lo interpreto come un segno del destino e procedo all'acquisto.
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