venerdì 7 ottobre 2016

I magnifici sette (2016)


Oggi parliamo di un film non orientale (ma c'è un attore coreano nel cast, quindi non siamo del tutto fuori contesto... forse... ehm ehm), I magnifici sette, remake dell'omonima, celebre pellicola degli anni '60 a sua volta ispirata al capolavoro I sette samurai del maestro Akira Kurosawa.
Premetto che non sono un fan del film del 1960, naturalmente da appassionato di western l'ho visto diverse volte, ma non rientra sicuramente tra le mie pellicole preferite, quindi non sono andato al cinema con particolari aspettative.



Il nuovo film l'ho visto senza mai annoiarmi e godendomi le scollature di Haley Bennet, il buon livello di interpretazione e l'ottimo impatto visivo (in quest'ordine), ma alla fine questo remake ad opera del regista Fuqua con un cast di un certo livello (Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent d'Onofrio) è un film banalissimo, che ricicla ogni possibile cliché del genere e che, nonostante una durata superiore alle due ore, sembra mancare di alcune parti di storia, trasmettendo un senso di incompletezza.
Cominciamo con il primo problema di questo film, vale a dire il fatto che abbiano deciso di esagerare ogni elemento dell'originale. Quindi non abbiamo più un villaggio di poveri peones minacciato da una banda di qualche decina fuorilegge, ma una intera cittadina americana bullizzata da un ricco capitalista senza scrupoli e dal suo esercito privato che conta centinaia di pistoleri.


Il cattivo è il primo problema della pellicola, un avversario carismatico avrebbe valorizzato il ruolo eroico dei sette protagonisti, ma qui si è scelta la strada più semplice e banale: Bartholomew Bogue (Peter Sarsgaard) è un cattivo monodimensionale, "cattivo perché si", senza spessore psicologico. Uccide chi gli si oppone, uccide anche i suoi uomini, fa le peggio cose tipo mandare il suo esercito all'attacco e dopo, solo dopo, spazzare il campo di battaglia con la mitragliatrice. Si, Bogue è talmente cattivo da essere stupido e paradossalmente il film poteva finire subito, nella scena iniziale, quando circonda i pochi oppositori che ha in città ne uccide alcuni mentre agli altri concede due settimane per vendergli le terre ed andarsene: a quel punto la cosa più logica era uccidere tutti e prendersele subito, ha già commesso degli omicidi a sangue freddo e i sopravvissuti sono scomodi testimoni, non ha senso dargli questa chance.

Bad, very very bad man...

Ovviamente i sopravvissuti approfittano del tempo concesso per cercare aiuto. Lo trovano in Chisolm (Denzel Washington), un uomo di legge che - guarda il caso - ha un conto aperto con Bogue. Ecco un altro problema, dopo aver accettato l'incarico Chisolm si mostra determinato a sconfiggere Bogue a causa di un vecchio torto subito, ma dato che il cattivo non è uno che si nasconde ed anzi, è ben conosciuto nella zona, non si capisce perché per perpetrare la sua vendetta il protagonista abbia aspettato questo momento, anni dopo il fattaccio, quando avrebbe potuto colpire molto prima.


Chisolm si mette in viaggio per arruolare i suoi compagni, altra situazione affrettata e mal sviluppata: dato che quasi nessuno di loro si conosceva prima, non si capisce davvero perché tutti decidano di imbarcarsi in un'impresa dichiaratamente suicida. Ne viene fuori un vero e proprio circo, con Chisolm (pistolero di colore), Josh Faraday (Chris Pratt, teoricamente alcolizzato, ma solo perché lo si vede bere di continuo, non ci sono sviluppi dovuti alla dipendenza), Goodnight Robicheaux (Ethan Hawke, leggendario cecchino della guerra civile, ora tormentato dai ricordi e incapace di sparare), Billy Rocks (Lee Byung-hun, asiatico, lanciatore di coltelli), Vasquez (Manuel Garcia Rulfo, messicano e... e basta, il personaggio meno sviluppato di tutti), Jack Horne (Vincent d'Onofrio, il Bud Spencer della situazione, ex cacciatore di scalpi che preferisce il corpo a corpo anche durante le sparatorie) e Red Harvest (Martin Sensmeier, l'indiano del gruppo, che combatte rigorosamente con arco e frecce, notoriamente in grado di competere contro fucili e pistole). Per completare il circo del politicamente corretto, l'ottavo membro è di diritto Emma Cullen (Haley Bennet), la scollata arruolatrice, che dimostra di essere un'eccellente tiratrice e non accetta di rimanere a casa a fare la calza.


Come detto gli arruolamenti sono quasi tutti forzati, le persone si uniscono al gruppo senza una vera ragione, a parte Goodnight, già amico di Chisolm, che si porta dietro Billy Rocks: addirittura Red Harvest lo incontrano per caso nel deserto e lui decide di seguirli in base a cosa non si sa. Io immaginavo che lo facesse per vendicarsi di Jack Horne, ex cacciatore di scalpi, ma è una sottotrama che probabilmente mi sono immaginato solo io, come le altre, la possibile storia tra Faraday ed Emma Cullen, la rivalità sempre tra Faraday e Vasquez, il film non ha tempo per dare vita a sottotrame che aiutino a conoscere i protagonisti e le loro motivazioni, anche il passato di Chisolm viene liquidato in pochi secondi di flashback, privi di qualsiasi senso del dramma (dimenticatevi il colonnello Douglas Mortimer - Lee Van Cleef e il tormentato ricordo che lo spinge a dare una caccia spietata all'Indio). Insomma, il film dimentica di caratterizzare i suoi protagonisti al punto da spingere lo spettatore ad immaginarsele le cose: addirittura viene affrettata anche la sequenza, iconica, dell'addestramento degli abitanti, che pur vivendo nel selvaggio West non sanno né sparare né combattere: altra occasione persa.


Così si arriva di volata allo scontro finale, i sette eroi contro centinaia di anonimi pistoleri, e sembra di leggere Tex: bang, un nemico a terra, bang, altro nemico giù, bam, il candelotto di dinamite ne tira giù cinque, ma tanto quelli continuano ad arrivare (e a mancare il bersaglio), che Bogue ne ha comprati un tanto al chilo. Così il momento cruciale del film, quello che culmina con il sacrificio di alcuni degli eroi e la caduta dell'odiato cattivo (che, tanto per non risparmiarci banalità, una volta messo alle strette si rivela anche vigliacco) è quello più noioso e illogico, perché se naturalmente il regista non ha trovato il tempo di caratterizzare i protagonisti, figurarsi i nemici.
E' qui che assistiamo a sciocchezze tipo il non far evacuare donne e bambini, "messi al sicuro" in un edificio al centro della città sotto assedio, il mitragliare i propri uomini da parte di Bogue o il non utilizzare che una piccola parte della dinamite rubata nelle miniere da parte dei protagonisti, in netta inferiorità. Il peggio lo raggiunge il personaggio di Goodnight: allontanatosi prima dello scontro perché tormentato dai fantasmi del passato e incapace di sparare contro i nemici: ovviamente si riscatta tornando in campo nel momento di maggiore difficoltà, quando Bogue sta preparando la mitragliatrice per spazzare via tutti. Ora, se tu sei un veterano di guerra e un cecchino infallibile, sei fuori città e quindi lontano dalla mischia, vedi che il nemico sta allestendo una postazione armata (allo scoperto, su un carro, presidiata da pochi uomini), qual'è la cosa più utile da fare per i tuoi compagni? Correre in città ad urlare "Attenti attenti" ponendoti tu stesso sotto il fuoco nemico, oppure dalla tua postazione non ancora individuata colpire i nemici? Faccio presente che Goodnight entra in città e spara senza problemi, il blocco è bello che superato, quindi fa indubbiamente la scelta più stupida possibile.

Ho scritto che i protagonisti si fanno arruolare senza una ragione?
Sbagliavo, una in effetti c'è... arruola anche me, Emma!



Cosa resta alla fine di questi nuovi, Magnifici Sette? Poco o nulla, la pellicola è piacevole da seguire, non posso dire il contrario, la regia è valida, il cast vanta ottimi attori e si vede che c'erano molti soldi nel budget (90 milioni di dollari), ma vengono a mancare le cose davvero importanti: una trama coinvolgente ed una buona caratterizzazione dei personaggi. Dunque un film dopo la visione non lascia nulla, a partire dalla voglia di rivederlo... però Haley Bennet la rivedrei molto volentieri...

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