Sul film dei Saint Seiya ormai un po' tutti hanno detto la loro, quindi perché non io? La serie dei Cavalieri dello Zodiaco è stata una delle mie preferite da giovane, una di quelle che seguivo con passione e zelo, cercando di non perdere nemmeno un episodio anche se questo comportava rinunce ad uscite con gli amici, feste, ecc.
L'annuncio che i giapponesi avrebbero fatto un nuovo film in computer grafica all'epoca non mi aveva suscitato particolari emozioni: a parte che i jappi ultimamente stanno inanellando un fail dopo l'altro con i loro remake di serie storiche (dall'appena sufficiente Harlock, ai terribili Yamato e Yattaman, tanto per limitarci a quelli arrivati in Italia), il fatto che volessero racchiudere l'intera saga del Grande Tempio in un film di 92 minuti destinava l'opera al fallimento annunciato, dato che materialmente non c'era il tempo per sviluppare nulla. Quando Lucky Red ha annunciato l'uscita italiana, sull'onda dell'inaspettato successo raccolto dal film di Harlock, ho comunque deciso di aspettare per vedermelo al cinema, senza anticiparmi nulla, per non privarmi del piacere di una serata con gli amici. Ma come sempre accade, andando in sala con le aspettative al minimo si finisce per apprezzare quel poco che il prodotto ha da offrire, così confesso di essermi divertito a guardare questo La leggenda del Grande Tempio, anche se non gli concederò una seconda visione acquistando l'inevitabile blu-ray o dvd perché rimane un prodotto mediocre.
Lucky Red ha giustamente puntato ai nostalgici della serie e la scelta di rimanere fedele all'adattamento italiano (quindi Seiya si chiama Pegasus) ripescando anche i vecchi doppiatori si è rivelata azzeccata, anche se la voce di Dania Cericola sulla teenager Isabel è del tutto innaturale. Il restyling delle armature non mi è dispiaciuto e in fondo anche la loro evocazione tramite ciondolo non rovina il ricordo: più difficile capire perché il Grande Tempio si sia trasformato in una città futuristica collocata in qualche posto imprecisato nello spazio...
La computer grafica fa assomigliare il tutto a qualche cut scene da videogioco, ma non si può dire che non sia curata e regala spesso paesaggi mozzafiato. Il design dei personaggi a me personalmente ha ricordato tantissimo quello di Square Enix per i suoi Final Fantasy, anche se in alcuni passaggi espressioni e movenze dei cavalieri (soprattutto Pegasus) ricordano piuttosto un film Disney. Se non altro appaiono innegabilmente ben riusciti i combattimenti, che rappresentano molto bene l'epicità e la durezza degli scontri tra personaggi dotati di poteri divini.
Ovviamente il poco tempo a disposizione va a discapito di trama e personaggi: a parte Seiya\Pegasus, che viene caratterizzato come un pagliaccio (e questa è cosa buona e giusta), gli altri protagonisti rimangono sullo sfondo, limitandosi a movenze o frasi tipiche (come al solito Phoenix è un figo che arriva sempre in ritardo, Andromeda le busca, ecc.); anche la caratterizzazione di Isabel appare del tutto assente, costruita tramite un rapido susseguirsi di scene che poco spazio lasciano a pensieri e motivazioni profonde. I Cavalieri d'Oro hanno subito un restyling grafico ed in alcuni casi l'aspetto appare molto diverso dall'originale (Ariete, Scorpio donna, Virgo...), ma quasi nessuno di loro ha spazio sufficiente per lasciare il segno.
La trama procede forzatamente spedita (con accelerazione da gag comica tipo Benny Hill) ma relativamente fedele all'originale almeno fino alla casa del Leone, quando improvvisamente i produttori perdono la bussola, stravolgendo storia, personaggi, tutto quanto, in un rush finale che perde ogni significato, trasformandosi per davvero in uno stage videoludico contro il boss finale, illogico mostro gigante da far esplodere per salvare l'universo.
In definitiva I Cavalieri dello Zodicaco - La leggenda del Grande Tempio è un film tecnicamente valido, ricco d'azione, che non annoia e restituisce alcuni bei momenti all'appassionato della saga originale, ma nel complesso la trama è troppo banale ed accelerata e gli stravolgimenti ingiustificati. Come detto da altri, probabilmente i produttori giapponesi puntavano anche e soprattutto ai giovani di oggi, a chi non conosce il prodotto e questo è stato il grosso errore, perché difficilmente una pellicola simile troverà nuovi estimatori, finendo invece - come effettivamente accade - per deludere chi va a vederla per rinverdire un ricordo e si trova di fronte ad un incomprensibile pasticcio. In Giappone e Asia il film ha totalizzato incassi molto scarsi, vedremo se in Italia andrà meglio...
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