Oggi vi parlerò brevemente di un argomento del tutto nuovo per il blog, e del quale io stesso ho cominciato a interessarmi da pochissimo. L'argomento in questione sono le... bambole!
Fermi dove siete, non fuggite! Non intendo tediarvi con un discorso generico sulle bambole, non sono ancora del tutto fuori di testa. Non ho mai apprezzato le bambole, quella di porcellana che mia nonna teneva in casa quando ero piccolo mi inquietava non poco e crescendo l'avversione non è del tutto scomparsa, sono ancora convinto che possano animarsi ed uccidere le persone.
Tuttavia da appassionato di figures giapponesi, non ho potuto fare a meno di registrare l'affermarsi di un fenomeno per certi versi parallelo, che riguarda una parte dell'utenza appassionata di prodotti del Sol Levante. Accanto alle ormai centinaia di figures dedicate ai più disparati personaggi, hanno iniziato a fare la loro comparsa in maniera massiccia anche bambole con fattezze ispirate a celebri protagoniste di anime e videogiochi. Vi sono vari produttori che si distinguono per qualità a prezzi, che in media sono comunque ben più alti di quelli delle statuette, ma volendo parlare del top, al momento non si può che citare la Volks con la sua celebre linea di Dollfie.
Se bazzicate il mondo del collezionismo jappo credo che almeno una vaga idea sull'argomento l'abbiate, in caso contrario basti dire che si tratta di alcune delle bambole al momento meglio realizzate e più costose reperibili sul mercato, alcune delle quali sono dedicate a personaggi molto noti. Qualche esempio?
Alta qualità (la Volks nasce come un'azienda a conduzione familiare e ancora oggi ha il vanto di confezionare a mano i propri prodotti) abbinata a personaggi amatissimi dai fan è già di per se un'ottima accoppiata, ma non è tutto.
Il colpo di genio della Volks è stato quello di adottare per le sue dolls un concetto simile a quello della GSC con i suoi Nendoroid: rendere intercambiabili i pezzi. Così gli appassionati possono comprare una Dollfie già assemblata e decidere di personalizzarne alcuni aspetti, oppure creare da zero la propria creatura: è possibile personalizzare viso, occhi, capelli, corpo (si, è possibile scegliere la taglia del seno) e mani, oltre naturalmente ai vestiti. In tal modo è possibile creare la bambola dei propri sogni, assemblando pezzi palla provenienza più disparata.
Inoltre il corpo in vinile ideato da Volks vanta una quantità di snodi degna di una action figure, il che rende solo un ricordo le pose statiche (in piedi o seduta) delle bambole classiche, permettendo al possessore di sbizzarrirsi nelle pose da farle assumere.
Molto particolare è anche il modo in cui Volks commercializza le sue bambole, che non possono essere preordinate presso i negozi on-line come una figure qualsiasi; occorre invece partecipare ad una sorta di asta sul sito ufficiale del produttore. La ragione è molto semplice: la domanda è sempre di molto superiore all'offerta, quindi l'aspirante acquirente deve acquistare un ticket, sperare di essere estratto, pagare subito e poi aspettare qualche mese prima di vedersela recapitare. In genere tali estrazioni vengono divise in tre tranche: una per i prodotti destinati al mercato giapponese, una per quello americano ed infine una per il resto del mondo. Facile immaginare come questo sistema abbia reso le Dollfie dei rarissimi e costosi oggetti del desiderio, la cui valutazione schizza alle stelle a volte già prima dell'effettiva commercializzazione, con figuri che vendono a prezzo maggiorato le prelazioni appena conquistate. Questo ha dato vita anche ad un curioso "mercatino del pezzo", con acquirenti che una volta impossessatisi della bambola, ne rivendono i pezzi singolarmente ad altri appassionati, magari perché interessanti soltanto al viso, al corpo o agli abiti.
Bene, se siete arrivati fino al termine dello spiegone siete stati proprio bravi e magari vi starete chiedendo perché all'improvviso mi sia messo a parlare di Dollfie. Per ora non vi rispondo, ma vi lascio con un indizio... anzi tre!
Il colpo di genio della Volks è stato quello di adottare per le sue dolls un concetto simile a quello della GSC con i suoi Nendoroid: rendere intercambiabili i pezzi. Così gli appassionati possono comprare una Dollfie già assemblata e decidere di personalizzarne alcuni aspetti, oppure creare da zero la propria creatura: è possibile personalizzare viso, occhi, capelli, corpo (si, è possibile scegliere la taglia del seno) e mani, oltre naturalmente ai vestiti. In tal modo è possibile creare la bambola dei propri sogni, assemblando pezzi palla provenienza più disparata.
Inoltre il corpo in vinile ideato da Volks vanta una quantità di snodi degna di una action figure, il che rende solo un ricordo le pose statiche (in piedi o seduta) delle bambole classiche, permettendo al possessore di sbizzarrirsi nelle pose da farle assumere.
Molto particolare è anche il modo in cui Volks commercializza le sue bambole, che non possono essere preordinate presso i negozi on-line come una figure qualsiasi; occorre invece partecipare ad una sorta di asta sul sito ufficiale del produttore. La ragione è molto semplice: la domanda è sempre di molto superiore all'offerta, quindi l'aspirante acquirente deve acquistare un ticket, sperare di essere estratto, pagare subito e poi aspettare qualche mese prima di vedersela recapitare. In genere tali estrazioni vengono divise in tre tranche: una per i prodotti destinati al mercato giapponese, una per quello americano ed infine una per il resto del mondo. Facile immaginare come questo sistema abbia reso le Dollfie dei rarissimi e costosi oggetti del desiderio, la cui valutazione schizza alle stelle a volte già prima dell'effettiva commercializzazione, con figuri che vendono a prezzo maggiorato le prelazioni appena conquistate. Questo ha dato vita anche ad un curioso "mercatino del pezzo", con acquirenti che una volta impossessatisi della bambola, ne rivendono i pezzi singolarmente ad altri appassionati, magari perché interessanti soltanto al viso, al corpo o agli abiti.
Bene, se siete arrivati fino al termine dello spiegone siete stati proprio bravi e magari vi starete chiedendo perché all'improvviso mi sia messo a parlare di Dollfie. Per ora non vi rispondo, ma vi lascio con un indizio... anzi tre!
Sinceramente questo genere di gadget non mi ha mai veramente attirato, sebbene ne riconosca l'alto livello artistico/realizzativo... c'è da dire che comunque spendere circa 2000 euro per ogni bambola è una cosa davvero alluncinante, di cui pens non sarei capace neppure dopo aver vinto al lotto XD
RispondiEliminaNon costano poco, ma nemmeno i 2000 euro che citi: simili quotazioni possono essere raggiunte giusto da modelli usciti da tempo e ormai introvabili. Nell'ultima asta Volks per una Dollfie brandizzata si spendono circa 600 euro, che non sono noccioline, per carità. Se poi la Dollfie uno se la assembla reperendo separatamente i vari pezzi può risparmiare qualcosina.
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