martedì 23 luglio 2019

​Saint Seiya: Knights of the Zodiac by Netflix


Eccoci qui a parlare del remake di un classico dell'animazione giapponese, annunciato da tempo dai tipi di Netflix e sul quale, a dirla tutta, non è che mi facessi troppe illusioni. Quando un produttore decide di rivisitare una serie uscita ormai nei preistorici anni '80 che cosa si pone come obiettivo? Attirare i fan di vecchia data, con il forte rischio di deluderli oppure acquisirne di nuovi sfruttando un immaginario ben consolidato che aveva funzionato così bene, ma da aggiornare ai tempi moderni? Guardando il risultato finale ho il sospetto che i tipi di Netflix non siano riusciti a decidersi a quale target puntare...

La nuova serie, della quale al momento sono usciti 6 episodi (di 12 previsti, i successivi arriveranno ad agosto 2019) riprende la prima parte della vecchia saga, quella che introduce i protagonisti, fino all'arrivo del primo cavaliere d'argento: per fortuna non ero a conoscenza della cosa prima della visione, altrimenti un brivido mi sarebbe sceso lungo la schiena dato che Eris nella vecchia serie entra in scena nell'episodio 23 mentre nel remake lo vediamo già dal sesto...


Questa nuova proposta Netflix riprende la storia originale ma rielabora alcune cose, introducendo delle novità. Alman di Thule è sempre il vecchietto che recupera Atena bambina e la salva, ma questa volta gli si affianca un compare, Vander Graad. Dopo l'evento i due seguono strade diverse, Alman decide di tenere Atena e di trovare i cavalieri che la proteggeranno in vista della guerra contro Ade e Poseidone, mentre Vander decide che è l'ora di liberarsi degli dei e comincia a progettare il modo di contrastarli mediante armi moderne e tecnologia.


Altra novità è l'introduzione di una profezia: questa dice che nonostante da secoli Atena scenda in guerra contro gli altri dei per difendere la Terra, questa volta sarà lei stessa la rovina del mondo e a quanto pare è questa la ragione per cui dal Grande Tempio le danno la caccia per ucciderla. Non si sa ancora se questo comporta uno stravolgimento delle figure del Gran Sacerdote e di Gemini dato che non si sono ancora visti in azione.


Il protagonista della serie è sempre Seiya, anche in questo caso un orfano a cui hanno rapito la sorella: quando in età adolescenziale cominciano a manifestarsi in lui i poteri del Cosmo, viene recuperato da Alman e mandato ad addestrarsi per diventare il cavaliere di Pegasus, sotto la guida di Castalia. Una volta conquistata l'armatura è il momento del torneo di Lady Isabel per l'assegnazione dell'armatura d'oro, solo che questa volta essendo Atena una fuggitiva braccata sia dal Grande Tempio che da Vander, invece che trasformarsi in un grande evento mediatico la Guerra Galattica si tiene tra pochi intimi in un anonimo seminterrato da qualche parte nel deserto Messicano (lo deduco dal fatto che Seiya arrivi con un sombrero in testa). Gli scontri seguono la scaletta già nota, poi arriva Phoenix (che qui si chiama Nero e non Ikki...) con i Cavalieri Neri e dopo di lui Eris, che vedremo in azione nei successivi 6 episodi previsti per Agosto.


Anche qui ci sono novità, Phoenix adesso lavora per Vander e i cavalieri neri non sono copie dei protagonisti, ma anonimi culturisti con armature potenziate dalla tecnologia. Anche se ne parlo ironicamente in realtà l'idea non sarebbe male, i cavalieri neri sono adesso quei combattenti che hanno perso gli scontri per aggiudicarsi le sacre armature e non avendo più uno scopo nella vita decidono di vendersi a Vander. Ci hanno infilato pure Cassios nel gruppo, peccato che manchi totalmente un minimo di approfondimento sulla loro storia.


Altra novità, Andromeda questa volta è una donna e si chiama Shaun. Vabbè, lo sapevate già tutti, ne sono consapevole, è la novità sbandierata fin dall'annuncio della serie, si può essere pro o contro la cosa, ma dal punto di vista narrativo questa scelta ha comportato delle conseguenze importanti. Nel mondo dell'originale Saint Seiya le donne combattenti devono indossare una maschera, se qualcuno vede il loro viso devono ucciderlo, oppure innamorarsi di lui. 


Ehm, si, detto così fa ridere, ma questo portava alla struggente narrazione di Tisifone, acerrima nemica di Seiya e poi innamorata di lui. Nella nuova serie, dove la scelta di Andromeda ragazza è stata fatta per andare incontro alla "sensibilità moderna", non potevano mica piazzarle sul volto una retrograda e maschilista maschera: dunque nel Saint Seiya di Netflix le donne possono mostrare il loro volto senza problemi (tranne Castalia, giusto per mantenere il mistero sulla sua identità immagino), peccato che così vada perduta completamente la sottotrama dedicata a Tisifone, una delle poche situazioni romantiche della vicenda...


Va bene, basta, ho scritto fin troppo per un anime di sei soli episodi, vediamo di riassumere. Questo remake di Saint Seiya prende il materiale originale rielaborandolo in parte ed introducendo alcune idee perfino interessanti, almeno in potenza; l'idea dell'armatura evocata per mezzo di un medaglione va bene, avere come avversari anche soldati ed elicotteri può avere un senso, pure Andromeda donna non disturba se solo avessero curato meglio tutto il discorso delle maschere invece di ometterlo completamente. Il problema è che la sceneggiatura corre come una disperata per mostrare il più possibile nel minor tempo immaginabile e l'ovvia conseguenza è che nulla è approfondito, molto dato per scontato o bellamente saltato. 


Qui mi riallaccio al discorso iniziale: Netflix a chi pensava quando ha realizzato un progetto del genere? In quanto vecchio fan della saga io ho seguito le vicende integrando con le mie conoscenze precedenti tutto quello che veniva omesso o riassunto in maniera stringatissima. Pure gli scontri, il fulcro vero e proprio della serie sono quasi tutti fulminei, privi del pathos, della sofferenza e degli infiniti dialoghi e pensieri che costellavano l'originale. Da vecchio fan mi chiedo a cosa serva introdurre la nuova narrazione su Vander se non c'è il tempo nemmeno per proporre in maniera decente la vecchia trama, mentre se mi metto nei panni di uno spettatore ignaro, che segue le vicende di Seiya  co. per la prima volta, mi chiedo come potrei appassionarmi a questa storia raffazzonata e superficiale in cui i protagonisti si conoscono e diventano amici inseparabili in un attimo, senza logica, senza background.


Insomma, un vero disastro che non può appagare nè l'appassionato nè lo spettatore moderno.
Chiudo con un accenno all'altra pietra dello scandalo, la scelta di adottare la computer grafica in luogo di un'animazione tradizionale: il risultato finale non è pessimo, ma non soddisfa. L'impatto della cg è accettabile durante le battaglie ma in genere appare piuttosto legnosa e accompagnata da fondali davvero scarni; la resa dei personaggi è discreta, l'espressività molto limitata, solo le armature sono belle a vedersi (ma perché i bronzini non hanno l'elmo?). 


Le musiche sono in parte rielaborazioni della vecchia colonna sonora, in parte inedite, ma non lasciano il segno e l'opening è piuttosto moscia rispetto all'originale.
Infine l'adattamento italiano è riuscito a recuperare in parte le vecchie voci, ripresentandoci quella situazione strana che già avevamo rilevato ai tempi del film cinematografico, vale a dire voci troppo adulte associate a ragazzini adolescenti, dove spicca quella di Isabel come particolarmente fuori luogo. Anche il tono dell'adattamento non è più epico, anzi è molto scherzoso e moderno, contribuendo al quadro desolante della produzione.


Anche se so che dovrei aspettare i prossimi 6 episodi prima di formulare un giudizio definitivo, direi che posso sbilanciarmi e bocciare senza appello l'operazione nostalgia orchestrata da Netflix, che trasforma un anime storico a cui tutti sono affezionati in un anonimo shonen senza mordente...

3 commenti:

  1. Ho letto di gente che NON ha vissuto il mito CdZ e comunque questi episodi non li ha apprezzati, immagino per i motivi che citi: frettolosità, poco approfondimento, una certa superficialità.
    Vero, messa così alcune scelte sono fighe (ad esempio la novità sui cavalieri neri e Phoenix) ma altre lasciano proprio a desiderare... avevo anche saputo che praticamente si dà per certo che Castalia sia la sorella di Pegasus...

    Moz-

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    Risposte
    1. In realtà a me è parso che Seiya dia per persa la sorella e non c'è un momento in cui abbia il dubbio che si tratti di Castalia. Altra situazione che un vecchio fan comunque conosce di suo, ma che il nuovo come potrebbe intuire mai?
      Dato che secondo me puntavano soprattutto ai vecchi fan, avrebbero dovuto adottare una scelta più simile a quella fatta a suo tempo con i film per l'anniversario di Hokuto no Ken. Dato che i fan già conoscono la storia, non riassumergliela così frettolosamente, ma piuttosto dedicati ad approfondire alcuni dei momenti più importanti della saga, dando spazio ad un protagonista diverso ogni volta.
      Se invece volevano acquisire nuovi fan allora ci voleva una narrazione meno frenetica e che presentasse meglio i personaggi ed approfondisse le situazioni. Sei decidi di fare solo 12 episodi arrivi giusto alla saga dei Cavalieri Neri e lì ti fermi, prendendoti tutto il tempo per narrare la storia. Invece se in 6 episodi siamo già agli argento il rischio serio è che in 12 possano finire pure la saga dei Gold Saint...

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    2. Ma infatti, sono troppo pochi gli episodi.
      Ma la lezione non era già chiara dopo l'orribile film uscito al cinema?
      Esistono modi per fare buoni remake, magari potevano correggere certe pecche della serie storica e ambientare tutto nel presente attuale, ma mantenendo la struttura... E invece...

      Moz-

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